Avendo partecipato a qualche operazione del "banco alimentare" espongo il mio punto di vista.
L'azione si svolge su base regionale, nulla va fuori regione (che io sappia).

- Nelle giornate segnalate annualmente (ma anche in altre occasioni strutturate durante l'anno) vengono raccolte, in regione, derrate alimentari non deperibili dalle donazioni delle persone che le acquistano direttamente ovvero anche dall'industria agro-alimentare.
La giornata annuale, tipicamente a metà novembre, avviene come molti hanno visto davanti a molti supermercati tramite i banchetti dei volontari.

- Le derrate vengono trasferite in un magazzino centrale a Trento da dove viene organizzata la distribuzione capillare a chi ne necessita. Qui collaborano molte associazioni che hanno contatti diretti sul territorio. Viene tenuto un registro di carico-scarico. Vengono servite solo enti e associazioni che dimostrino al B.A. la destinazione di quanto chiedono e ricevono.

Dettagli si trovano su http://www.bancoalimentare.it/it/trentino , il conteggio indicato da Stefano mi sembrano poco fondate.

Ovviamente, se qualcuno vuole dare da mangiare a chiunque, so può fare in mille modi, ma c'è moltissima gente che è disponibile ad aiutare ma non a coinvolgersi in prima persona; tramite iniziative di questo genere invece si estende comunque il senso di solidarietà tra le persone.
Un esempio? Vi invito ad andare al parco della stazione di Bz alla sera, per vedere quante persone ricevono un pasto caldo dal VinziBus; e non sono solo barboni, andate a guardate di persona. Quel pasto caldo è supportato anche dal Banco Alimentare.
In TAA sono molte migliaia le persone che ricevono supporto da questa attività.

Grazie per l'attenzione,
diego maniacco
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| Diego Maniacco (Südtiroler Informatik AG - Informatica Alto Adige SpA)
| Autonome Provinz Bozen - Südtirol - Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige
| Amt für technisch-wirtschaftliche Informatik 9.4 Ufficio Informatica tecnica-economica
| Tel +39 0471 41 65 23
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On 13/02/2012 13:58, Stefano Cirolini wrote:
In effetti, la soluzione più efficiente sarebbe venderli e dare in
beneficenza il ricavato, piuttosto che spedirli. Il denaro si
trasferisce a costi minori, ed è più fungibile.

Io non ho mai capito, ad esempio, iniziative come il banco alimentare,
dove si chiede alla gente di comprare cibo al supermercato per poi
fare dei pacchi che vengono spediti in Africa o altrove. In questo
modo, su 100 Euro, 20 e più vanno in IVA e tasse, 20 vanno come
guadagno del supermercato, 10 per la raccolta di tutti gli scatoloni,
poi c'è la spedizione per nave, e magari si rischia che la merce
arrivi avariata. Sarebbe molto più pratico spedire direttamente i 100
Euro, ne arriverebbe a destinazione una percentuale molto più elevata
(non credo che la commissione di trasferimento sia più di un paio di
%, probabilmente meno). Dopo tutto (tranne il caso di gravi carestie)
la gente muore di fame o è sottoalimentata non perché in loco non sia
disponibile cibo, ma perché è troppo povera per comprarlo. E anche se
si trattasse di una carestia, perché comprare al dettaglio
semilavorati come la pasta, e non piuttosto materia prima all'ingrosso
(con quel che si paga un kg di pasta al supermercato, si comprano
forse 5 kg di farina all'ingrosso).

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