In effetti, la soluzione più efficiente sarebbe venderli e dare in
beneficenza il ricavato, piuttosto che spedirli. Il denaro si
trasferisce a costi minori, ed è più fungibile.
Io non ho mai capito, ad esempio, iniziative come il banco alimentare,
dove si chiede alla gente di comprare cibo al supermercato per poi
fare dei pacchi che vengono spediti in Africa o altrove. In questo
modo, su 100 Euro, 20 e più vanno in IVA e tasse, 20 vanno come
guadagno del supermercato, 10 per la raccolta di tutti gli scatoloni,
poi c'è la spedizione per nave, e magari si rischia che la merce
arrivi avariata. Sarebbe molto più pratico spedire direttamente i 100
Euro, ne arriverebbe a destinazione una percentuale molto più elevata
(non credo che la commissione di trasferimento sia più di un paio di
%, probabilmente meno). Dopo tutto (tranne il caso di gravi carestie)
la gente muore di fame o è sottoalimentata non perché in loco non sia
disponibile cibo, ma perché è troppo povera per comprarlo. E anche se
si trattasse di una carestia, perché comprare al dettaglio
semilavorati come la pasta, e non piuttosto materia prima all'ingrosso
(con quel che si paga un kg di pasta al supermercato, si comprano
forse 5 kg di farina all'ingrosso).
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