TIM E LA DIFFUSIONE DELLE SMART CITY
Tim è uno dei principali attori in Italia dietro le smart city e ne spinge ovunque la diffusione sia per il proprio tornaconto economico, che per motivi ideologici.
1) PROGETTO URBAN GENIUS
Applicato da Città come Sirmione e Venezia, si tratta di una piattaforma di raccolta, aggregazione e analisi di dati. Il cliente di questo prodotto sono le pubbliche amministrazioni, che sono invitate sulla pagina stessa di TIM a usare i fondi del PNRR per acquistare questo sistema composto da varie componenti che si possono visualizzare cliccando qui. Come riportato nelle pag. (4-8) del pdf, Urban genius consente di controllare ogni aspetto della vita del cittadino attraverso il modello Data/Information/Knowledge/Wisdom che utilizza diversi indici e l’IA.
2) CONTROLLO DELLA MOBILITÀ URBANA
Consente di individuare la posizione di un veicolo, la velocità, i codici diagnostici di guasto e altre informazioni, sia grazie a sensori e telecamere distribuite lungo la città, sia grazie agli strumenti di diagnostica presenti sui veicoli stessi. Queste informazioni vengono poi mandate ai “mobility manager” che come in una distopia orwelliana saranno in grado di sapere in qualsiasi istante il luogo in cui ti trovi all’interno della città. Questi dati non verranno solo utilizzati per dirigere il traffico, ma anche per riconoscere automaticamente le targhe delle macchine e sanzionare chi supera i limiti di velocità.
3) MONITORAGGIO DI CHI USA LA RETE MOBILE TIM
Nelle città in cui è attivo Urban Genius chi utilizza il servizio mobile della rete TIM è costantemente tracciato in tempo reale, infatti vengono raccolti tutti i suoi spostamenti in base a quali celle telefoniche si aggancia il proprio cellulare, queste informazioni vengono usate per creare mappe degli spostamenti e del flusso dei cittadini, e, secondo quanto dicono loro,
È così possibile stimare ad esempio quante persone sono presenti in una certa zona della città, distinguerli per residenza (dove vivono abitualmente), nazionalità, motivo della presenza (turismo, lavoro, transito) e altri parametri sociodemografici.
4) 5G, REALTÀ VIRTUALE E CLOUD
In questo articolo del loro sito sostengono che la rete 5 G sarà fondamentale per aumentare i “servizi” delle smart city, inoltre è alla base di TIM Extended reality, che altro non è che la versione del brand TIM del Metaverso, con funzionalità analoghe. Nella lettera agli stakeholders sostengono che si stanno trasformando e adottando gli standard ESG, un ricatto del WEF che impone l’accettazione di tutti i deliri woke. TIM ha infatti una sua propria agenda 2030 che chiama “piano 24-26” che ha tra gli obiettivi la Net 0 entro il 2040, la carbon neutrality entro il 2030 e l’impiego del 100% di fonti di energia green entro il 2025, così come voler sostituire gli uomini in posizioni di potere con donne entro il 2026. Sempre entro il 2026 vogliono mettere l’impronta di carbonio su tutti i loro prodotti e aumentare del 30% i servizi connessi all’identità digitale tramite Trust Technologies, un’azienda del gruppo TIM che ha sviluppato TIM Id, l’identità digitale di marchio TIM che si può usare come servizio SPID. TIM vuole diffondere i servizi cloud perché sul loro bilancio di sostenibilità del 2023 dichiarano di detienere il 45% del Polo Strategico Nazionale, che fa parte della strategia Cloud Italia. Inoltre, sempre sul bilancio, hanno mostrato di aver prodotto spot femministi e di indottrinare i propri dipendenti al gender, femminismo e antirazzismo.
CONCLUSIONI
Il centro studi Tim ha stimato che entro il 2027 la spesa in Smart city supererà i 1000 miliardi di dollari e vi sarà un aumento di investimenti in ICT di 1,6 miliardi di euro (1, 2, 3, 4). In collaborazione con Google ha aperto un centro per IA e per sviluppare tecnologie cloud, perché sostiene che nel 2027 il mercato dell’IA in Italia raggiungerà i 6,6 miliardi di euro. Tutto questo guadagno economico, se ci sarà, verrà ottenuto distruggendo totalmente le nostre libertà.
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